Yogurt hand made (no yogurtiera required!)
D’accordo, abbiamo recepito il messaggio.
Nonostante il week end di riflessione e il paio di giorni extra che abbiamo concesso appositamente per eventuali consultazioni popolari dell’ultima ora, ai nostri piccoli lettori (come ama chiamarli la blogger che omaggiamo oggi) non gliene frega una ciufola di come realizzare lo yogurt fatto in casa.
Le spiegazioni, ipotizziamo, sono almeno tre:
- avete tutti la yogurtiera a casa
- comprate tutti lo yogurt al supermercato e non vi passa manco per la capa di farvelo da soli (non sapete cosa vi perdete!)
- non mangiate yogurt
- sapete già benissimo come si fa senza bisogno che ve lo spieghiamo noi e ci direte di più, conoscete pure perfettamente il trucchetto dell’essiccatore, che conservavamo gelosamente come asso nella manica.
Nello scriverle, ci siamo accorti che sono quattro, ma per onestà non correggiamo la riga poco sopra. E comunque avevamo detto “almeno“.
Dunque, vi informiamo ufficialmente che, poiché questo blog è un’autarchia da noi comandata (anche se vorremmo che concordaste tutti con il termine “dittatura illuminata” che suona tanto bene!) e si prefigge soprattutto di conservare e custodire tutti i segreti e i mille usi, anche i più curiosi, dell’essiccatore domestico, noi ignoriamo il referendum (che tanto in Italia ci siamo abituati) e procediamo spediti segnalandovi la ricetta in questione, così come proposta da Larry (o l’Erri) che la caldeggiava dai commenti dello scorso post.
Orbene, pronti? Latte, termometro, yogurt ed essiccatore alla mano, si va!
Ingredienti:
- 1 l di latte, meglio se di buona qualità, meglio se fresco, meglio se intero. Poi però fate vobis.
- 1 vasetto di yogurt bianco (dalla precedente preparazione o, se è la vostra prima volta, da supermercato. Quindi, sempre se possibile, di buona qualità, non magro e possibilmente non scaduto!)
- 1 termometro da cucina
- 4 vasetti Bormioli Quattro Stagioni o simili da 250 gr (o tanti più piccoli per un totale di 1litro, chiaramente!)
- 1 scatola di cartone di dimensioni sufficienti a contenere il vostro essiccatore
- santa pazienza e buona volontà
Estraete subito il vasetto di yogurt campione dal frigo: dev’essere utilizzato a temperatura ambiente e, se non lo fate come primissima cosa, garantiamo che poi ve ne scorderete di certo.
Versate il litro di latte in una pentolina che porrete poi all’interno di una casseruola piena d’acqua. Ovviamente, portate il latte a bollore (bastano 90-92°) a bagnomaria. Eliminate pure la cuticola di panna che si forma in superficie, non succede nulla, tranquilli.
Spegnete i fuochi ed estraete la pentola del latte da quella dell’acqua, altrimenti non si raffredderà mai più!
Attendete con pazienza (di norma una mezz’oretta) che la temperatura del latte scenda intorno ai 45°: non di più, o ammazzerete i batteri dello yogurt sul colpo, non di meno, o avranno troppo freddo e non organizzeranno il party necessario a farli copiosamente riprodurre nel vostro latte.
A questo, chiaramente, serve il termometro da cucina di cui vi sarete precedentemente e diligentemente dotati.
Quando il latte avrà raggiunto la temperatura ottimale, versatevi con delicatezza, cura e calma il vasetto di yogurt a temperatura ambiente, badando di mescolare bene ed evitare grumi e grumetti.
Controllate la temperatura dell’acqua e, se necessario, riscaldatela per pochissimi secondi, fino a riportarla intorno ai famigerati 45°. Intanto, per ottimizzare, il tempo, rigirate i vasetti, riempiendoli e bagnandone anche l’esterno, nell’acqua in questione, perché siano tiepidi e pronti a ricevere il vostro latte+yogurt.
Riempite i vasi con il latte, chiudeteli molto bene e appoggiateli nella pentola di acqua, che avrà raggiunto i 45°. Lasciate tutto là per un po’. Quando la temperatura dell’acqua sarà scesa troppo, avvolgete con cura in una coperta di pile i 4 vasetti, meglio se tutti insieme, vicini vicini per mantenerli caldi più a lungo e disperdere meno calore possibile, e lasciateli festeggiare per tutta la notte. Al mattino riponete in frigo (non mangiate subito, disgraziati golosoni!).
Dal giorno dopo, avrete a disposizione uno yogurt eccellente come sapore e consistenza: saldo da non cadere a vasetto capovolto, ma morbido e cremoso se lo pescate col cucchiaino, dal sapore dolce ma non stucchevole, con il tipico retrogusto lievemente acidulo.
Inutile dirvi che potete poi tuffarci dentro quel che più vi aggrada, dai biscotti ai cereali, dalla frutta (essiccata e non) al miele, fin dove arrivano la vostra fantasia e la vostra dispensa!
TRUCCO DELL’ESSICCATORE: più di uno dei programmi a vostra disposizione nell’essiccatore elettronico vi consente di mantenere temperature intorno ai 45° (ricordate sempre che la temperatura dell’aria NON corrisponde a quella dell’alimento, che rimane sempre inferiore, soprattutto se contenuto all’interno di vasi come in questo caso).
Se lo desiderate, potete dunque inserire i vasetti nel marchingegno e selezionare il programma che preferite, purché si aggiri intorno alla temperatura ottimale. Chiudete quindi la macchina in una scatola di cartone (non ermetica!) per minimizzare la spesa di elettricità: pescando la stessa aria già tiepida, Biosec non dovrà scaldarne di nuova in continuazione, voi ridurrete sprechi e costi ed otterrete un risultato perfetto.
Furboni… no! Non potete usare il trucco del ricircolo fai-da-te per risparmiare quando essiccate mele pere banane cachi pomodori e mogli irritanti: in questo caso c’è vitale bisogno di smaltire all’esterno l’umidità dei prodotti da trattare, che viene man mano asciugata dal flusso d’aria, e se fate la furbata di obbligare la macchina a ripescare sempre la stessa aria satura di acqua, non otterrete altro che far ammuffire il contenuto dell’essiccatore. Cosa che non succede con vasi di vetro perfettamente asciutti (o quasi) che dovete tener caldi, mica essiccare!
Et voilà! Credevate di aver scoperto il trucco definitivo, dite la verità! 😉
Un grazie enorme a Larry, che per prima ci ha insegnato a preparare lo yogurt, offrendoci lo spunto per studiare questo ennesimo, particolarissimo uso dell’essiccatore (quella qui sotto è la sua particolarissima interpretazione della nostra versione idi yogurt fatto in casa).
Seguitela sul suo blog Larrycette, vi garantiamo che è un’ottima cura antidepressiva, ma occhio alle reazioni inconsulte: se siete al lavoro e fingete di studiare alacremente l’ultimo progetto, mentre invece state leggendo il suddetto blog, potrebbe rivelarsi un tantino complicato spiegare a colleghi e capufficio i vostri repentini scoppi di ilarità incontrollata. Noi vi abbiamo avvisati.
Alla prossima!
Risparmio energetico, ecosostenibilità, Made in Italy, qualità, rispetto dell’ambiente, delle persone e degli alimenti: ecco i valori da cui partiamo ogni giorno per progettare oggi gli essiccatori di domani.
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Mamma mia, che descrizione lusinghiera, sono “molto davvero onoratissima”.
Le ipotesi sull’inspiegabile disinteresse dei vostri lettori verso la preparazione dello yogurt a casa sono, in effetti, molteplici, e vanno dal complotto all’installazione nel cervello di un chip alieno che inibisce l’interesse alla produzione casalinga dei latticini.
Sebbene meno probabile, c’è una remota possibilità che ai vostri lettori non piaccia lo yogurt bianco, e che perciò non intendano farlo, prevedendo di non consumarne.
È allo studio una metodologia per fare in casa lo yogurt alla frutta, senza doverla frullare dieci secondi prima di unirla al prelibato latticino e senza morire di setticemia dopo averlo mangiato. Per farlo, naturalmente, occorrerà trattare adeguatamente la frutta, ma… come?
Mah!
Mah, chissà, qualcuno ha idee?
Che i nostri piccoli lettori non mangiassero yogurt si ipotizzava al punto tre, lei abbia la gentilezza di non scrivere la parola setticemia in questo blog, che ci fa fuggire a gambe levate tutti i lettori. O perlomeno poi proponga adeguate soluzioni al problema ;P
Qui a quanto pare siam tutti molto davvero onoratissimi, ma che meraviglia!
[…] Preparate la salamoia in questo modo: portate un litro d’acqua ad ebollizione, aggiungete 100 g di sale di Cervia ed erbe aromatiche a piacere (alloro, salvia…), quindi lasciate raffreddare il tutto finché raggiunga una temperatura di 5°C (in questo caso potrebbe tornarvi utile un termometro da cucina. Ve ne ricordate? Ne abbiamo già parlato nel post dello yogurt). […]
Ottima guida. Credo però che mi orienterò verso la yogurtiera. La trovo più facile da usare.
Alba
[…] lo yogurt senza yogurtiera? Magari no, non saranno le ragioni principali per cui lo acquisterete, ma sapere che un essiccatore […]
Ciao! I vasetti, posti nell’essiccatore, vanno chiusi o lasciati senza tappo durante la fermentazione?
Ciao Enrico, è una fermentazione anaerobica quindi sì, i vasetti vanno chiusi con i coperchi 😉 Buona essiccazione!
Ciao Enrico,
probabilmente la yogurtiera ha un funzionamento diverso dal nostro essiccatore (che ha una destinazione d’uso diversa ma è molto versatile, mettiamola così).
La fermentazione di cui parliamo noi è anaerobica, quindi con i coperchi chiusi! Grazie
È possibile appoggiare sull’essiccatore una telo di cotone al posto della scatola? ????
Buongiorno! Sì, riteniamo di sì, l’obiettivo è solo trattenere un po’ il calore… Buona essiccazione!