Cosa Caco ci Faccio con te?
L’autunno sta arrivando. Forse forse ce la facciamo col cambio di stagione negli armadi: fino ad oggi eravamo tutti lì, incerti sul da farsi, che guardavamo con sconforto ciabattine infradito vicino a scarponcini imbottiti, camicine di lino che facevano il paio con l’impermeabile, insomma non ci si capiva nulla. Oggi qui in Veneto la giornata è tersa e frizzantina, quindi facciamo il tifo per la nuova stagione in arrivo (in ritardo) dal binario tre. Perché perché perché?
Perché l’autunno ci piace in tutti i suoi colori ma soprattutto sapori. E perché è ormai un po’ che su queste pagine ci facciamo accompagnare da un amico che dà il meglio di sé in questo momento dell’anno, ma che col gran caldo ancora faticava a far capolino tra i rami degli alberi.
Non a tutti piace. Dobbiamo ancora trovare qualcuno che non lo adori in versione essiccata.
Certo, parliamo del caco! Il suo caratteristico sapore perde le note meno gradevoli per diventare un concentrato di dolcezza e gusto, se essiccato. Quindi, siccome ci è tanto simpatico (e ne abbiamo un carretto pieno che non sappiamo bene come smaltire), facciamo il punto della situazione.
Qualcuno ci ha fatto un paio di domande illuminanti sull’essiccazione del caco. Illuminanti nel senso che ci ha aiutati a realizzare che le risposte, qui, non c’erano ancora: lo prendo maturo, che però non mi sta in fetta? Aspetto che sia pronto, che però allappa? Insomma, come lo tratto questo simpatico palloncino arancione? È presto detto, abbiamo due opzioni.
OPZIONE UNO: il caco allappa (da qualche parte si dice che “lega in bocca”, non è ancora giunto a completa maturazione ed è poco gradevole al gusto. Ma gli manca un niente per essere pronto.
In questo primo caso, poiché resterà perfettamente in fetta, dividiamolo a metà senza sbucciarlo, priviamolo dei semi al suo interno e procediamo a tagliarlo in fette di circa 5 mm di spessore. Disponiamole quindi all’interno dell’essiccatore, che andrà azionato ad una temperatura di 50/55° fino a completamento del processo. L’essiccazione, concentrando gli zuccheri contenuti nel prodotto, renderà le vostre fette di caco sorprendentemente dolci e, nell’addentarle, non ritroverete nemmeno il ricordo del sapore non esattamente gradevole che avevano in precedenza.
La bontà del risultato sarà inversamente proporzionale alla difficoltà della preparazione: minimo sforzo, massimo gusto!
OPZIONE DUE: il caco c’è scappato, è maturato anzi, anche un po’ di più, si spappola e non resta in fetta. In compenso è buonissimo da mangiare, non fosse che ne abbiamo tre dozzine appena raccolte e non sappiamo proprio come fare ad utilizzarle prima che marciscano.
Niente paura. Aprite il caco senza sbucciarlo, levate i semi e procedete a frullare il frutto in un comunissimo frullatore.
Disponete la purea così ottenuta su fogli di carta antiaderente (carta forno o i nostri DrySilk), essiccate e lasciate la fantasia libera di galoppare.
Partono tutte dalla stessa preparazione di base, ma la vostra inventiva può creare mille nuove versioni!
Come per i cachi, la purea è un ottimo sistema per essiccare e trasformare qualunque prodotto (ci vengono in mente le cialde di arancia, le chips di pomodoro ecc). Sta a voi decorarle, integrarle ed insaporirle a piacere secondo il vostro gusto, ma anche in base all’utilizzo che desiderate farne.
Potrete ottenere antipasti originali, snack sani e golosi, spezzafame, chips per aperitivi e chi più ne ha più ne sbafi!
Risparmio energetico, ecosostenibilità, Made in Italy, qualità, rispetto dell’ambiente, delle persone e degli alimenti: ecco i valori da cui partiamo ogni giorno per progettare oggi gli essiccatori di domani.
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Questa mattina, a Trieste, ci siamo svegliati con dieci gradi in meno rispetto a ieri sera e un meraviglioso cielo azzurro, che più azzurro non si può.
Così sono andata al mercato per far scorta di ingredienti per le zuppe e ho visto che erano arrivati i cachi.
In attesa di poter andare a saccheggiare il generoso albero della nonna (essendo considerata effrazione l’introdursi in casa d’altri in sua assenza e a sua insaputa, occorre aspettare che la vispissima nonna di mio marito si degni di stare a casa), ne ho preso un vassoio da destinare appositamente all’essiccazione, perché i dolcissimi cachi secchi sono fantastici da portare con sé durante le corse!
Dopo qualche chilometro, quando c’è bisogno di recuperare zuccheri ed energie, le cialde di caco sono l’ideale, e hanno il vantaggio di pesare pochissimo, ed essere una presenza molto discreta nel marsupio del runner (dove, dopo dieci chilometri, anche un fazzoletto di carta sembra una zavorra che era meglio evitare)
eh ma se voleva scriverci un guest post poteva pure dircelo, eh, che noi le cedevamo volentieri la parola! 😀 Ecco un sanissimo esempio di podista utilizzatrice di prodotti essiccati!
Non conosco la varietà del mio albero di cachi, ma una cosa è certa sono venuti meravigliosi e buonissimi come sapore li potrei assomigliare ai datteri.
Anche se li tagliate a fette
almeno inizialmente consiglio di mettere i dry silk perchè si attaccano moltisssssimo ai cestelli.
[…] prima ricetta che ci ha regalato Gianluca era tutto sommato affrontabile anche per dei pandoloni come noi, ma […]
sono produttore di loti ed essicchiamo lo trasformiamo sia al cioccolato allo sciroppo marmellata ecc,,,
Che bontà! 🙂