Roccia, prati, grotte e cibo buono. In ordine sparso.
D’accordo, avrei dovuto pedalare.
Si avvicina la data del Tuscany Trail e, visto che ho deciso di portare tutto il cibo con le mie gambe, la cosa di maggior buon senso sarebbe stata quella di, beh, allenarle ste gambe.
Invece ho deciso di andare a rocciare a Finale Ligure. Stagione perfetta, previsioni meteo perfette: arrivederci al buon senso, andiamo ad attaccarci a un po’ di roccia, che se no finisce che per allenare le gambe, mi rammollisco le dita. Perciò racimolo due buoni, genuini compari, e parto. Raggiungiamo Finale di venerdì notte.
Ignoriamo bed and breakfast, pensioni, agriturismi davanti ai quali passiamo: abbiamo le idee chiare. Ci chiediamo perché la gente preferisca pagare per passare la notte in posti meno belli. Come può qualsiasi soffitto essere più bello di questo spettacolo, una volta aperti gli occhi?
La prima notte, tuttavia, l’abbiamo passata in un posto più spazioso. E siccome un accogliente gruppo di scout ci ha fatto trovare un fuoco acceso, abbiamo accolto il dono di buon grado e ci siamo preparati la cena. Naturalmente ho portato il mio cibo essiccato. Anche se per questa piccola avventura non era previsto di camminare per molte ore, avere il mio cibo disidratato è stato comunque… fighissimo. Per non usare giri di parole.
Il vantaggio che l’essiccazione offre per quanto riguarda il peso che si porta sulle spalle è, infatti, solo una delle ragioni per scegliere di essiccare le proprie vettovaglie. Anche un altro beneficio importantissimo per chi ama la natura, quello di avere alimenti che non deperiscono, in questa occasione è stato abbastanza marginale, visto che abbiamo pernottato solo due notti.
C’è una ragione che però vale sempre, anche se si cammina solo per tre metri.
Mangiare benissimo, e con una preparazione minima sul campo. Visto che la preparazione avviene comodamente a casa, e tutto quello che serve fare in viaggio è… reidtratare quello che si è già cucinato.
Atie sa fare il fuoco, e le piace. Così Omar ed io andiamo a fare la legna, e lasciamo lei a gestire la parte più delicata. Mangiamo di gusto: riso, uno spread di tofu e peperoni simile a quello della puntata scorsa, e una macedonia, ché mica ci facciamo mancare niente, noi.
Ci svegliamo avvolti da un’aria leggermente umida, ma profumata, e viva. Facciamo colazione, mettiamo via tutto, e andiamo, beh, a rocciare. La giornata scorre senza che ce ne accorgiamo, finché il sole inizia a tramontare assieme alle energie. Ora di preparare la cena! Servono carboidrati e proteine. In abbondanza. Facciamo un passo indietro e torniamo a casa mia.
La ricetta
Ingredienti:
- 350 grammi di pasta lunga o corta a piacere
- olio EVO
- 1 cipolla sminuzzata
- 4 spicchi d’aglio spremuti con uno spremiaglio
- 10 funghi belli carnosi (o più, a piacere)
- 800ml di salsa di pomodoro
- 150 grammi di olive nere denocciolate e spezzettate
- 400 grammi di fagioli bianchi in lattina
- 1 cucchiaio di peperoncino in scaglie
- 1/2 cucchiaio di origano
Procedimento:
Ho scritto più volte che è possibile preparare in anticipo pasta e riso, essiccarli, e poi reidratarli sul campo. Questa è una ricetta per una pasta gustosa e proteica, grazie ai fagioli, che ha anche la caratteristica di essere vegana.
Prima di tutto alcune note generali sulla pasta per uso… essiccatorio: prima della cottura spezzate (ebbene sì) la pasta lunga, come gli spaghetti o i vermicelli, in terzi. Lo so, è sacrilego. Ma la pasta sarà più semplice da reidratare, e da conservare durante il trasporto una volta essiccata. E poi su, in fondo è solo forma.
La seconda raccomandazione è di lasciarla leggermente al dente, cosicché la cottura termini a puntino durante la reidratazione.
In questo caso, come sempre quando mi preparo le provviste per le mie escursioni, sono andato abbondante: se faccio lavorare l’essiccatore, vale la pena farlo per dosi belle abbondanti. Tanto poi si conserva tutto per mesi e io lavoro una volta sola per più escursioni! In questo caso, le dosi sono state perfette per riempire i miei cinque ripiani.
Ebbene, tirate fuori una padella e scaldate due cucchiai di olio EVO (teniamoci sempre indietro con l’olio, come regola generale. Sarà poi possibile, eventualmente, aggiungerne in seguito). Quando questo sarà bello caldo, aggiungete e saltate per una decina di minuti la cipolla sminuzzata, l’aglio schiacciato e i vostri funghi (se erano secchi anche loro, ricordatevi di farli rinvenire in acqua tiepida per 15 minuti!).
Quindi aggiungete e cuocete per cinque minuti, mescolando, il pomodoro, le olive, i fagioli bianchi, il peperoncino e l’origano.
Cuocete a parte la pasta con le raccomandazioni indicate sopra – qui ho usato le linguine, ma ovviamente il procedimento andrà benissimo con qualsiasi formato.
Mescolate la pasta con il condimento ed essiccate a cinquanta gradi. Dopo una decina di ore la pasta e il suo condimento dovranno essere perfettamente asciutti. Per velocizzare l’operazione, se avete modo, rovesciate la pasta sottosopra dopo qualche ora di essiccazione.
Riponetela come sempre in un contenitore ermetico ed etichettato.
Far tornare la pasta esattamente com’era potrebbe essere difficilmente più facile di così (in realtà, può davvero essere ancora più facile, ma ve lo racconto il mese prossimo). Mettete la vostra pasta nel pentolino. Aggiungete acqua fino a pressappoco metà dell’altezza della pasta, quindi mettete il pentolino sul fornello.
Mescolate regolarmente, per evitare che la preziosa pasta si attacchi al fondo della pentola. Fondamentalmente è l’unica accortezza che occorre avere. Dopo pochi minuti, la pasta inizierà a riassorbire acqua: e in una decina di minuti, sarà pronta per il consumo, come appena cotta!
Se vi piace, potete aggiungere un filo d’olio crudo a questo punto (ecco dove aggiungerne, se non avete esagerato con la preparazione del piatto).
E dopo?
Dopo mangiatevela. Andate a trovare una bella grotta in cui dormire. Svegliatevi la mattina dopo, e ricominciate.
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Fantastico, proverò a fare un po’ di scorte per i we in campeggio.