Dipendenza da zucchero – Sara Cargnello ci suggerisce come uscirne
Quella voglia di non so, qualcosa di buono… ci assale tutti, prima o poi, nessuno escluso! A meno che, passo passo, non si sia fatto un percorso di consapevolezza e di educazione alimentare. Anche perché quel qualcosa di buono è quasi sempre qualcosa di dolce, per un appagamento momentaneo di una carenza di qualsivoglia genere. Ma lo zucchero, in particolare quello raffinato, è un pessimo alleato della flora batterica del nostro intestino, crea dipendenza e di conseguenza squilibri nel fisico e nell’umore. Mai sofferto di candida o disbiosi intestinale? Ecco, allora avete proprio capito di cosa stiamo parlando 🙂
Sara Cargnello ci regala una nuova consulenza e ci guida con consigli soft per liberarci pian piano da questa deleteria dipendenza e ci delizia infine con l’immancabile ricetta (biscotti essiccati al cocco), questa volta dolce ma non troppo 😉
—
La vostra domanda
Mi scrive Marta, una studentessa che non riesce a fare a meno di dolci, specialmente quando è stressata o sotto esami. La voglia incontenibile arriva spesso dopo pranzo e dopo cena e finché non l’ha soddisfatta non riesce a tranquillizzarsi; purtroppo il più delle volte esagera e mangia quantitativi elevati di biscotti e cioccolato. Si rende conto che tutto ciò non è affatto normale e mi chiede da cosa dipenda.
Ndr: avete anche voi qualche domanda per Sara Cargnello, la nostra naturopata, specializzata in Nutrizione Olistica? Scrivete a nutrizionista@tauroessiccatori.com!
La risposta di Sara Cargnello
La dipendenza da zucchero è un problema abbastanza subdolo, poiché il consumo di zucchero è ampiamente accettato socialmente, anzi è spesso incoraggiato e lo zucchero si trova praticamente ovunque nei cibi che acquistiamo.
Già da bambini il nostro legame con l’eccesso di dolce diventa molto forte, perché ci regala stati di euforia e gratificazione. L’uso costante di zucchero rende difficile farne a meno, e non appena cerchiamo di smettere ci sentiamo stanchi e svuotati. Depressi, addirittura.
Questa è la dipendenza da zucchero, ed ha a che fare con un neurotrasmettitore chiamato dopamina.
La dopamina promuove un senso di benessere. Quando abbiamo molta dopamina in circolo ci sentiamo bene. Alcune sostanze che ci regalano questi stati di benessere possono essere la cocaina e l’eroina (o i bignè al cioccolato).
Possiamo definirci dipendenti da zucchero se siamo abili a trovare delle scuse per consumarlo, se sentiamo spesso il bisogno di consolarci o regalarci una dolce ricompensa, cediamo ai dolci quando siamo soli, oppure abbiamo cercato di smettere con lo zucchero senza riuscirci.
Secondo i ricercatori dell’Università di Princeton, l’astinenza da zucchero non è molto diversa dall’astinenza da eroina, con effetti simili come ansia e depressione, seguiti da forte desiderio di consumare la sostanza proibita in questione (nota 1).
Il problema è che la dolce sostanza è presente nella maggior parte dei cibi industriali reperibili comunemente in commercio, che spesso sono molto economici ed hanno un aspetto del tutto inoffensivo: dai succhi di frutta alle bevande per sportivi, dai prodotti da forno alle salse e condimenti per verdure.
Nonostante il suo aspetto innocente, gli scienziati hanno definito lo zucchero un vero e proprio pericolo per la salute pubblica (nota 2).
Quando abusiamo di cibi dolci e zuccherati, sviluppiamo una flora batterica intestinale particolare.
Normalmente una sana flora batterica è composta da lieviti e batteri in buon equilibrio reciproco, in grado di avere una funzione di barriera: le sostanze chimiche non adatte all’organismo, le tossine oppure i patogeni vengono bloccati dalla flora intestinale profonda impedendone il passaggio nel flusso ematico.
Quando invece abusiamo di zucchero, andiamo a nutrire in modo particolare il lievito Candida ed altri microrganismi nocivi che vivono nel tratto gastrointestinale.
La Candida, se fuori controllo, può influire fortemente sul nostro desiderio di dolci, aumentandolo a dismisura, agendo quindi per certi aspetti anche sulla biochimica del nostro cervello e “comandandoci” di mangiare zucchero.
Un intestino sano ospita senza problemi il lievito Candida, che viene mantenuto sotto controllo dalla presenza di altre famiglie di batteri.
Una dieta ricca di zucchero può danneggiare l’ecologia dell’intestino: più zucchero mangiamo, più alimentiamo la Candida, e più cresce la Candida più desideriamo lo zucchero…
È un circolo vizioso.
Una disbiosi, o disequilibrio dei microrganismi intestinali, rende il lavoro dell’intestino meno efficace nell’assimilazione dei nutrienti, nella motilità e quindi nella eliminazione delle scorie, nella salute dell’intero sistema immunitario.
Come uscire dalla dipendenza?
Innanzitutto, è bene essere consapevoli del problema.
E’ importante iniziare a leggere le etichette dei prodotti che acquistiamo, per renderci conto di dove è presente un qualche tipo di dolcificante.
In seguito, è bene iniziare ad eliminare questi prodotti in favore di cibi più sani, affrontando con consapevolezza le conseguenze dell’astinenza.
Purtroppo, l’unica via di uscita è “passarci attraverso”, ovvero affrontare di petto il problema.
Si tratta di mettere in campo una buona dose di forza di volontà senza dimenticare che purtroppo anche la biochimica ci mette lo zampino, rendendo il percorso difficile.
Per riprendere il controllo della situazione, dopo aver eliminato i cibi contenenti zucchero bianco o dolcificanti industriali, iniziamo un percorso graduale, preferendo alimenti più naturali contenenti fibre, di buona qualità, dolcificati con poco dolcificante naturale.
Iniziamo a disabituarci ai sapori troppo dolci, iniziamo a preferire la frutta o la frutta naturalmente essiccata per soddisfare la nostra voglia di dolce, proviamo a realizzare qualche dolce semplice contenente piccole quantità di malto di cereali o sciroppo di acero, senza mai esagerare.
Un po’ alla volta il nostro palato si abituerà, il nostro intestino si rimetterà in sesto e le voglie irrefrenabili spariranno, portandoci ad un maggior equilibrio anche emotivo.
Cerchiamo di nutrire l’intestino, in questa fase di passaggio ma anche successivamente, con cibi fermentati ricchi di probiotici, come i crauti e tutte le verdure fermentate, con cibi ricchi di fibre vegetali, con la frutta secca.
In questo modo, un po’ alla volta riusciremo a ripristinare una sana flora intestinale, che sarà a sua volta in grado di tenere a bada il lievito della Candida e a diminuire la sua impellente richiesta di zucchero, e grazie alla consapevolezza unita alla forza di volontà saremo in grado di resistere sempre di più alla fame “chimica” di dolci, uscendo da quel circolo vizioso di alti e bassi umorali, euforia e depressione, in favore di un maggior equilibrio emozionale.
Biscotti crudisti al cocco
Propongo una semplice ricetta di “passaggio” per i golosi più incalliti.
Dei biscotti facili ma molto soddisfacenti, in grado di mitigare le voglie dei più golosi, regalando nutrimento sotto forma di tante fibre, grassi sani e pochissimi zuccheri.
Ingredienti
Per circa 10 biscotti
- 1 tazza di anacardi
- 1 tazza di cocco grattugiato
- 2 cucchiai di sciroppo di acero
- cannella a piacere
Procedimento
Con un mixer da cucina, trasformare in farina gli anacardi, aggiungere il cocco ed infine lo sciroppo. Formare un impasto compatto, tipo frolla, da dividere in 10 palline e da schiacciare dando una forma tonda da biscotto. Spolverare con la cannella, che è un ottimo regolatore degli zuccheri nel sangue, ed essiccare con Biosec per circa 8 ore con il programma biocrudista P3. Conservare i biscotti in frigorifero e non esagerare nel loro consumo (non consumarne più di uno al giorno).
Quindi avanti tutta, che, con un po’ di forza di volontà, la situazione si può migliorare!
Note
(1) https://www.princeton.edu/news/2008/12/10/sugar-can-be-addictive-princeton-scientist-says
(2) https://publichealthwatch.wordpress.com/2015/03/08/new-who-guidelines-highlight-sugar-as-a-public-health-hazard/
Disclaimer: ci teniamo a sottolineare che le informazioni che troverete all’interno degli articoli relativi a questa rubrica non vogliono in nessun modo sostituire il parere del medico, ma sono semplicemente il frutto dell’esperienza personale e professionale dell’autrice della rubrica in questione.
Noi li pubblichiamo sotto forma di consigli o buone pratiche a cui attingere in un quadro di benessere generale.
Risparmio energetico, ecosostenibilità, Made in Italy, qualità, rispetto dell’ambiente, delle persone e degli alimenti: ecco i valori da cui partiamo ogni giorno per progettare oggi gli essiccatori di domani.
Scopri i nostri prodotti