Cani e gatti a confronto: scopriamo le differenze nella loro alimentazione!
Insaporitore essiccato per cani e gatti!
L’alimentazione di un animale domestico è molto importante per la sua salute e per il suo benessere. Il cane e il gatto per esempio hanno bisogni molto diversi ed è bene conoscerli prima di prendere alla leggera le loro differenze peculiari. Se volete alimentarli con una dieta casalinga, consultate sempre un Veterinario nutrizionista; qui sotto una ricetta della Dott.ssa Vet Giada Morelli che ci insegna a preparare un insaporitore con frattaglie di pollo essiccate.
__
Quando parliamo di alimentazione dobbiamo ricordarci che il cane non è un piccolo uomo, e il gatto non è un piccolo cane. Dal punto di vista alimentare, cane e gatto non solo sono diversi da noi, ma anche fra di loro!
Nonostante entrambi appartengano all’ordine dei Carnivora, le due specie si sono evolute in maniera differente e soltanto il gatto è rimasto un carnivoro vero e proprio, mentre il cane è ormai considerato un onnivoro.
Il gatto possiede un metabolismo pressoché immutato rispetto a quello del suo antenato selvatico e viene definito “carnivoro stretto” perché alcune sue esigenze nutrizionali possono essere soddisfatte soltanto mediante il consumo di tessuti animali.
Prendiamo come esempio la taurina… La taurina è uno dei cosiddetti “amminoacidi essenziali” per il gatto, in quanto il suo organismo non è in grado di sintetizzarne quanto basta a partire da altri nutrienti e deve ricavarla necessariamente dal cibo. La taurina non viene prodotta dalle piante ma soltanto dagli animali, per cui il gatto non ha potuto adattarsi ad una dieta basata sulle proteine vegetali.
Il cane, invece, grazie al processo di domesticazione iniziato già nella preistoria (quando l’uomo da cacciatore è diventato agricoltore), è riuscito a sviluppare un metabolismo capace di utilizzare in maniera molto efficiente alcune componenti dei vegetali.
Anche per quanto riguarda i pasti, le differenze nel modo in cui si alimentano le due specie discendono dal comportamento predatorio ancestrale. In natura, infatti, il gatto è un cacciatore solitario e si nutre di piccole prede che ama cacciare nell’arco della giornata, di conseguenza è un animale che tollera poco il digiuno prolungato. Questo atteggiamento lo ritroviamo nel gatto domestico che preferisce consumare piccoli pasti, ma frequenti, soprattutto durante le ore notturne. Per chi ha un gatto sarebbe dunque consigliabile lasciare sempre del cibo secco a disposizione nella ciotola (facendo però attenzione a somministrargli una quantità complessiva giornaliera idonea a mantenere il suo peso ideale!); invece, se il cibo di cui si nutre è umido, sarebbe buona norma non lasciarlo a lungo nella ciotola per evitare che si deteriori e che diventi poco appetibile per l’animale.
Viceversa, il cane può tollerare il digiuno molto più a lungo del gatto, peculiarità derivata dal comportamento del lupo che caccia in branco e che non sempre riesce a garantirsi il pasto quotidiano. È comunque sconsigliabile somministrare un unico pasto giornaliero al cane per non farlo arrivare troppo affamato a quello successivo e per non riempirgli eccessivamente lo stomaco in una volta sola. Due pasti ben distanziati nell’arco della giornata si possono considerare sufficienti per un cane, e in questo modo lo si aiuta a digerire meglio e a prevenire la torsione dello stomaco nel caso si tratti di un soggetto predisposto.
Forse non tutti sanno che i gusti vengono percepiti in maniera diversa a seconda della specie animale. Rispetto a noi, cani e gatti apprezzano un alimento più per il suo odore che per il suo sapore, difatti l’uomo possiede tra i 5 e i 20 milioni di cellule olfattive, mentre il gatto circa 60 milioni e il cane addirittura 220 milioni. Invece, il numero di bottoni gustativi è di gran lunga inferiore nei nostri amici a quattro zampe (sono circa 500 nel gatto, 1700 nel cane e fino a 9000 nell’uomo) e i gatti non sono in grado di rilevare il sapore dolce!
Inoltre, non c’è da stupirsi se vediamo cani e gatti mangiare con voracità: contrariamente a noi umani che mastichiamo a lungo e assaporiamo il cibo prima di deglutire, i nostri animali lo consumano molto rapidamente per riempirsi lo stomaco al più presto.
A livello nutrizionale ci sono dunque delle differenze fondamentali fra cani e gatti, e il rispetto dei fabbisogni nutrizionali specifici può essere garantito somministrando un mangime formulato appositamente per la loro specie o una dieta casalinga su misura formulata da un Medico Veterinario nutrizionista.
Riprendiamo l’esempio dell’amminoacido taurina… Dato che il cane non necessita dell’integrazione di taurina, le diete complete per cani non vanno addizionate di questo nutriente. Bisognerebbe pertanto evitare di far consumare al gatto del cibo per cani nel lungo periodo, poiché l’eventuale insorgere di una carenza di taurina potrebbe essere pericolosa per la sua salute (può portare anche a cecità e disturbi cardiaci).
Tuttavia, il cane è molto più goloso del gatto ed è più probabile che sia Fido a mangiare dalla ciotola altrui. Se capita ogni tanto non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma per mantenere delle abitudini alimentari corrette e ben distinte quando cane e gatto abitano sotto lo stesso tetto, una buona strategia potrebbe essere quella di posizionare le ciotole del gatto in un punto sopraelevato che non può essere raggiunto dal cane.
A proposito di dieta carnivora e gusto… qual è il modo più semplice e naturale per insaporire il cibo che mettiamo nella ciotola?
Ecco la ricetta:
Farina appetizzante a base di frattaglie essiccate
Le interiora di pollo sono delle carni estremamente apprezzate dai nostri amici a quattro zampe e hanno anche il vantaggio di essere molto economiche! Una volta essiccate non solo possono diventare dei gustosi snack fuoripasto, ma possono anche tornarci utili come “insaporitori” per invogliare i nostri animali a consumare un pasto non particolarmente appetitoso.
Ingredienti
- una vaschetta di interiora di pollo (cuori e fegatini)
1) Tagliare e gettare le parti più grasse di colore bianco.
Tagliare le fettine di carne in strisce larghe circa 0.5 cm circa. Per le zone più irregolari dei fegatini, si possono creare dei cubetti di lato 0.5-1 cm. n.b.: attaccata al fegato si può talvolta trovare la milza, può essere tagliata ed essiccata allo stesso modo di cuore e fegato.
2) Riporre le fettine sopra ai fogli di silicone nei cestelli, facendo attenzione a lasciare spazio fra l’una e l’altra.
3) Far essiccare con il programma carne (P4) a 68°C per 4-6 ore (in base anche allo spessore delle fettine o dei cubetti di carne). Ci potrebbero volere anche più ore, controllate lo stato di essiccazione e in caso prolungatela.
4) Utilizzare come snack, ma con moderazione (5-10-15 pezzettini al giorno in base alla taglia dell’animale) perché le frattaglie sono molto ricche di nutrienti.
5) Frullatene una parte e con la polvere così ottenuta insaporite altre pietanze!
Attenzione 1
Le interiora ben essiccate possono durare qualche settimana, ma se preferiamo lasciarle un po’ più morbide è meglio consumarle entro qualche giorno.
Attenzione 2
La carne essiccata non è cotta, per cui il rischio di contaminazioni batteriche esiste ancora.
Per evitare rischi, specialmente se in casa vivono persone immunodepresse (donne in gravidanza, bambini, anziani, malati cronici), dopo l’essiccazione è consigliabile mettere le interiora in forno a 150°C per 10 minuti.
Attenzione 3
Le interiora essiccate vanno conservate in un luogo fresco e asciutto, non in frigorifero perché la condensa può farli andare a male in breve tempo. Possono altrimenti essere messe sottovuoto e conservate in frigo e in freezer per non più di un paio di mesi.
Attenzione 4
Prima di somministrare le interiora di pollo, accertarsi che il proprio cane o gatto non sia intollerante o allergico a quel tipo di carne. Altrimenti, su approvazione del proprio Medico Veterinario, si possono utilizzare altri fonti (come pezzi di fegato o cuore bovino).
Parliamo brevemente dei rischi legati alla carne.
La carne cruda è sempre inevitabilmente contaminata, spesso da batteri “buoni”, ma talvolta anche batteri “cattivi”. Prendiamo l’esempio della Salmonella, uno dei batteri “cattivi” più famosi e che è comunemente presente nelle carni avicole, motivo per cui si raccomanda di non mangiare il pollo crudo. In generale, se una persona ha un sistema immunitario efficiente, il consumo di carne contaminata da batteri buoni non crea problemi (ad esempio se mangiamo una tartare di manzo); se invece è presente qualche batterio patogeno possono verificarsi degli episodi transitori di vomito e/o dissenteria (che sono i sintomi di una tipica intossicazione alimentare).
Ma attenzione! Le persone che si trovano in una condizione in cui il sistema immunitario è indebolito (ovvero donne in gravidanza, bambini, anziani, malati cronici) devono stare molto più attente alla manipolazione e al consumo di carne cruda, perché una eventuale contaminazione può provocare delle conseguenze sulla salute molto più serie.
Al contrario, è estremamente raro che cani e gatti si ammalino per il consumo di carne contaminata perché sono molto più resistenti di noi. I nostri animali possono però diventare dei “serbatoi” di microrganismi anche molto pericolosi per l’uomo, perché i batteri che ingeriscono con il cibo vengono poi diffusi nell’ambiente tramite le feci o anche banalmente quando ci leccano dopo essersi fatti “il bidet”. Per cui, anche il contatto con cani e gatti che hanno consumato della carne contaminata può essere un fattore di rischio per la nostra salute!
Per fortuna, basta cuocere la carne e i batteri muoiono per effetto del calore. Il congelamento non ha lo stesso potere, poiché molti batteri resistono anche a basse temperature.
Torniamo dunque alla carne essiccata: la carne che vogliamo essiccare può essere sia fresca che decongelata in frigorifero. Non è necessaria una fase di cottura precedente all’essiccazione se l’essiccatore dispone di un programma apposito per la carne (è stato studiato appositamente per evitare la proliferazione batterica!). Se vogliamo poi la certezza di creare un prodotto sano sia per il nostro animale che per la nostra famiglia, si consiglia di infornare la carne appena essiccata in forno a 150°C per 10 minuti.
Risparmio energetico, ecosostenibilità, Made in Italy, qualità, rispetto dell’ambiente, delle persone e degli alimenti: ecco i valori da cui partiamo ogni giorno per progettare oggi gli essiccatori di domani.
Scopri i nostri prodotti