Laboratorio di trasformazione alimentare: districarsi tra norme igieniche e di sicurezza alimentare!
Dalla vendita ambulante di frutta e verdura al laboratorio di trasformazione alimentare: come districarsi tra norme igieniche e di sicurezza alimentare?
Continuiamo ad addentrarci nel nuovo progetto dei ragazzi di Bella Dentro, che da venditori ambulanti di frutta e verdura stanno per avviare il loro laboratorio di essiccazione e trasformazione alimentare. Quali sono i consigli che possono dare a tutti quelli che sono sulla loro stessa strada o vorrebbero intraprenderla? Eccoli!
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Mai come in questo periodo, ci rendiamo conto di quanto l’igiene e la sicurezza in ogni ambito della nostra vita siano importanti, ancor di più quando si parla di qualcosa che tocchiamo, annusiamo e soprattutto mangiamo!
Il fatto che l’essiccazione di per sé sia un procedimento molto semplice e (nel nostro caso) legato a prodotti ancor più semplici come frutta e verdura, non significa affatto che si possa trattare con superficialità senza curarsi delle più importanti norme igieniche e di sicurezza alimentari… se bello non vuol dire buono, semplice non vuol dire superficiale!
Proprio per questo il nostro salto da quel carrozzone sgangherato (ma tanto amato!), che era l’Apecar Bella Dentro, al mondo dell’essiccazione professionale ci ha costretti a cambiare radicalmente i nostri criteri in termini di igiene e sicurezza dell’ambiente di lavoro.
Eccoci quindi che in un attimo siamo passati da magliette lise dalla tipica tinta “PM10” (grande idea quella di scegliere il bianco per le divise da venditori ambulanti per le strade di Milano), mani martoriate dalle schegge delle cassette di legno di frutta e verdura e dalla mancanza di servo sterzo e inquietudine da “se l’ape non ha il servo sterzo, figurati se ha l’airbag”, al mondo asettico e incontaminato di un laboratorio professionale di trasformazione alimentare, con camici, cuffie, lavamano, superfici lavabili e parole e acronimi che solo a pronunciarli ci si sente sull’Enterprise… H.A.C.C.P., manuale di autocontrollo, analisi nutrizionale, shelf-life e altre parole impronunciabili.
Inutile dire che è stato uno shock. Sopratutto se si considera che riuscire a reperire tutte le informazioni e le indicazioni necessarie per predisporre le cose al meglio, secondo le norme sia sanitarie che commerciali, è più complicato che trovare il Santo Grahal, e che, al pari del Santo Grahal, hai bisogno di una fede incrollabile e una divina provvidenza che ti permettano di non cadere nella tentazione di strangolare il primo tecnico ASL che contraddice ciò che ti aveva detto il collega di sportello il giorno prima.
Come venirne a capo? Alla base di tutto per noi c’è sempre lui: il Buon Senso! Spesso accompagnato dal suo fedele amico “Senso Pratico”.
Prima di tutto procediamo con ORDINE!
Sembra stupido e banale, ma la cosa migliore in questi casi è pensare e visualizzare a livello cronologico tutti gli elementi e i processi da mettere insieme per arrivare ad avere una produzione professionale in regola, così da essere sicuri sia di non dimenticarsi nulla, sia di non rendersi conto troppo tardi che sono da modificare e rifare step precedenti, cosa che comporterebbe una perdita di tempo e di soldi inutile!
Partiamo gli elementi fondamentali:
- spazio di produzione (struttura e organizzazione del laboratorio)
- fornitori (sia di macchinari che di materie prime che siano idonei alla produzione o al contatto con alimenti)
- personale (quante persone servono e con che tipo di formazione e competenze)
- burocrazia (che pratiche e certificazioni servono per poter produrre e per poter vendere)
- commercializzazione (dicitura prodotti, etichettature e distribuzione)
E ora veniamo al dunque: dove trovo le informazioni su come devono essere fatte e gestite tutte queste cose? Come faccio ad essiccare senza sentirmi un criminale??
Se si ha poca pazienza, e se si hanno le disponibilità economiche, ci si può affidare a chi si occupa di consulenza in ambito alimentare.
Attenzione: inutile impazzire cercando “guru o consulenti esperti assoluti in materia di essiccazione professionale” perché ancora non ce ne sono, (ad eccezione di alcune aziende produttrici di macchinari che forniscono servizi a supporto), è un mondo ancora poco esplorato, e soprattutto disciplinato da regole regionali e provinciali che possono variare tra loro, quindi, visto che a livello di igiene e sicurezza le regole di base sono uguali per tutti i laboratori alimentari, potete affidarvi a consulenti di igiene alimentare presenti nella vostra zona.
Se invece avete pazienza, ottimismo e fiducia nell’umanità, potete far riferimento in modo autonomo agli organi preposti della vostra zona: Asl, Uffici d’Igiene, Camera del Commercio, Ministero della Salute e compagnia cantante.
Sia che scegliate la prima o la seconda opzione, la regola aurea è sempre una: in caso di dubbio mai basarsi su “opinioni – vicini di casa – sentito dire – blog – santoni”, ma affidarsi sempre a fonti autorevoli e ufficiali (ogni decreto o normativa riguardo all’igiene e la sicurezza alimentare è pubblicata sul sito del Ministero della salute, così come ogni indicazione sulla struttura e l’organizzazione dei laboratori è pubblicata nei siti degli Uffici d’igiene delle regioni o dei comuni).
Magari vi servirà (come a noi!) un dizionario per decifrare il linguaggio legalese/burocratese, ma almeno sarete certi di non sbagliare e di avere un pezzo di carta “ufficiale” che giustifichi le vostre scelte.
Detto questo, non perdetevi d’animo! A leggerle e sentirle sembrano cose complicate e cavillose, ma non è nulla di impossibile e troppo costoso. Dedicategli il giusto tempo ed attenzione quando decidete di partire senza farvi demoralizzare e pensando che, una volta fatte tutte le cose per bene all’inizio, dopo sarete liberi di essiccare senza pensieri!
Risparmio energetico, ecosostenibilità, Made in Italy, qualità, rispetto dell’ambiente, delle persone e degli alimenti: ecco i valori da cui partiamo ogni giorno per progettare oggi gli essiccatori di domani.
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