Oleoliti di rosmarino e calendula essiccati
Apriamo ufficialmente la rubrica di Elena e della sua cosmesi naturale: con il primo articolo iniziamo a porre le basi e impariamo a preparare gli oleoliti che useremo per differenziare le varie creme, unguenti e prodotti per il corpo in virtù delle proprietà specifiche della pianta utilizzata. Partiamo con rosmarino e calendula, due erbe a noi molto care ed essiccate “fior fior” di volte (è proprio il caso di dirlo). Da oggi quindi essicchiamo anche con la nostra Elena e la cosmesi non avrà più segreti! Sapremo cosa ci spalmiamo addosso, cosa assorbe la nostra pelle e soprattutto ce lo saremo fatti con le nostre mani 🙂
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La stagione invernale non è la più adatta per la raccolta di piante medicinali, ciò nonostante in questo periodo dell’anno possiamo raccogliere il rosmarino e la calendula selvatica. E vi confesso che dopo l’incontro con Tauro e l’arrivo dell’essiccatore nella mia casa, mi sono spronata ad andare alla ricerca di quelle di cui avevo bisogno e a piantarle appunto nel mio giardino.
Queste due piante in particolare offrono molteplici benefici, vengono usate in cucina ma soprattutto nella preparazione di unguenti e creme per il loro alto contenuto di principi attivi.
IL ROSMARINO (Rosmarinus officinalis)
Il rosmarino è un arbusto della famiglia delle Lamiaceae. Cresce spontaneo in tutta la costa mediterranea.
Con il suo intenso profumo, il rosmarino non è solo una pianta aromatica, ma una pianta dalle mille proprietà da cui il corpo trae grandi benefici.
Le sue principali proprietà sono: antinfiammatorio, decontratturante, tonificante, rigenerante e stimolante della microcircolazione.
Uso in cosmesi: reumatismi, dolori muscolari, caduta dei capelli e cuoio capelluto grasso.
LA CALENDULA (Calendula officinalis)
Appartiene alla famiglia delle Composite, il nome deriva dal latino calendae, cioè “primo giorno del mese”, a indicare che fiorisce il primo giorno di ogni mese per tutto l’anno.
Le sue principali proprietà sono: emolliente, lenitiva, antinfiammatoria e cicatrizzante.
Uso in cosmesi: scottature, ferite, arrossamenti e irritazioni della pelle, ulcere della bocca e per le punture di insetto.
Attraverso la macerazione delle piante secche possiamo estrarne tutte le proprietà e il veicolo per tale processo è l’olio, utilizzato come solvente per tirare fuori i principi attivi liposolubili.
Gli oleoliti si possono ottenere sia dalle piante fresche che secche; noi ci occuperemo di quelle secche, anche perché sono più sicure, in quanto private dell’acqua che potrebbe facilitare l’irrancidimento dell’olio di preparazione.
Per questo genere di estrazioni si consiglia l’uso di olio di girasole, sesamo o mandorle mentre l’olio extravergine di oliva non è molto utilizzato per il suo colore e profumo intenso (tutti spremuti a freddo – non è necessario che siano biologici, visto l’uso esterno che ne faremo e visto che il “fatto in casa” ci piace anche per l’idea del contenimento dei costi).
Il risultato della macerazione sarà appunto l’oleolita o olio medicato.
COME PREPARARE GLI OLEOLITI
Ingredienti:
- 100 gr di pianta essiccata
- 1000 gr di olio*
* il vegetale usato rappresenta generalmente il 10% dell’estratto finale, cioè occorrono 100 gr di pianta per 1000 gr di olio.
Prima di tutto prepariamo la pianta secca e nel nostro caso facciamo essiccare il rosmarino o la calendula con il programma P3 per 12 ore circa (controllando lo stato dell’essiccazione per capire quando è il momento di ritirare il prodotto).
Il metodo più naturale per ottenere l’oleolito prevede una macerazione in olio delle piante, effettuata al sole (non diretto) in recipienti di vetro scuro: si ottiene così una sorta di digestione, grazie alla luce che velocizza il processo, abbreviando i tempi di estrazione a 21-30 giorni. Se preparati in inverno invece, è bene allungare i tempi di macerazione a circa 2 mesi, tenendo il vasetto in casa, alla luce naturale.
Passato il tempo necessario e terminato quindi questo processo, si spreme il tutto mediante torchio (io uso ancora lo schiacciapatate) e si filtra. Quindi, nel pratico, munitevi di un altro barattolo di vetro, in cui verserete, filtrandolo attraverso una garza, tutto l’olio e la pianta macerata, dal vasetto d’origine: lo schiacciapatate vi aiuterà ad estrarre tutto l’olio assorbito dalla pianta.
Gli oleoliti si conservano in bottiglie di vetro scuro e al riparo dalla luce e se ben conservati possono durare fino a 2 anni. Per prevenire l’irrancidimento, in caso di lunga conservazione, è possibile aggiungere un antiossidante naturale come la vitamina E (alfa-tocoferolo) allo 0,3%.
Vi consiglio però di iniziare con piccole quantità (250 o 500 ml) che userete non appena sarà terminata la macerazione. In questo caso non è necessario il barattolo scuro, perché l’oleolito verrà consumato in poco tempo…
Iniziate ad esercitarvi nella preparazione degli oleoliti, così nel prossimo appuntamento sarete pronti per imparare a confezionare un burro corpo decontratturante al rosmarino!
Risparmio energetico, ecosostenibilità, Made in Italy, qualità, rispetto dell’ambiente, delle persone e degli alimenti: ecco i valori da cui partiamo ogni giorno per progettare oggi gli essiccatori di domani.
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Che tipo di olio serve?
Mi sono risposto da solo leggendo meglio l’articolo!! 🙂 Sorry!
😀 😀 😀
GRAZIEEEEEE
<3
Che olio si utilizza per creare oleolito.? Grazie
Olio di oliva, di mandorle dolci, di riso, di girasole… Si possono utilizzare anche altri tipi di olio, purché adatti per essere ingeriti se si vuole utilizzare l’oleolito anche per via interna.